Who are Chiara Lubich's «two or three»?

Ján Morovic, Peter Morovic

Keywords: Chiara Lubich, Matthew 18:20, divine presence, interfaith dialogue, reciprocal love, spiritual community

Date: August 11, 2025

🇬🇧 Abstract (English)

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This paper examines Chiara Lubich's radical reinterpretation of Jesus' promise in Matthew 18:20 about two or three gathered in his name. Drawing from Lubich's mystical insights during the Paradise of '49 and her extensive talks spanning several decades, the study analyzes her revolutionary understanding of who can experience Christ's presence and under what conditions. Lubich's interpretation challenges traditional ecclesiastical boundaries by proposing that Jesus deliberately left the identity of the two or three anonymous, extending the possibility of divine encounter beyond conventional religious categories. Through analysis of her writings and speeches to diverse audiences—from Catholic bishops to Muslim communities and Buddhist teachers—the paper demonstrates that Lubich envisioned anyone as potentially capable of experiencing Christ's presence, regardless of denominational affiliation, age, or social status. However, this universal accessibility is coupled with demanding spiritual requirements. Lubich insists that Christ's presence manifests only through reciprocal love modeled after Jesus' complete self-emptying—a love willing to extend to the point of death. The paper explores this paradox between universal possibility and rigorous conditions, revealing how Lubich's vision offers a theological foundation for authentic interfaith dialogue. The study concludes that while Lubich's two or three can include people of various faiths and ages, the essential requirement remains constant: mutual love characterized by total self-sacrifice. This interpretation provides a pathway for experiencing shared divine presence that depends not on formal religious identity but on the transformative quality of human relationships.

🇮🇹 Abstract (Italiano)

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Questo studio esamina la radicale reinterpretazione di Chiara Lubich della promessa di Gesù in Matteo 18:20 sui due o tre riuniti nel suo nome. Attingendo alle intuizioni mistiche della Lubich durante il Paradiso del '49 e ai suoi numerosi discorsi nell'arco di diversi decenni, lo studio analizza la sua comprensione rivoluzionaria di chi può sperimentare la presenza di Cristo e a quali condizioni. L'interpretazione della Lubich sfida i confini ecclesiastici tradizionali proponendo che Gesù abbia deliberatamente lasciato anonima l'identità dei due o tre, estendendo la possibilità dell'incontro divino oltre le categorie religiose convenzionali. Attraverso l'analisi dei suoi scritti e discorsi a pubblici diversi—dai vescovi cattolici alle comunità musulmane e ai maestri buddisti—lo studio dimostra che la Lubich immaginava chiunque come potenzialmente capace di sperimentare la presenza di Cristo, indipendentemente dall'appartenenza confessionale, dall'età o dallo status sociale. Tuttavia, questa accessibilità universale è accoppiata a esigenti requisiti spirituali. La Lubich insiste che la presenza di Cristo si manifesta solo attraverso l'amore reciproco modellato sul completo svuotamento di sé di Gesù—un amore disposto ad estendersi fino al punto della morte. Lo studio esplora questo paradosso tra possibilità universale e condizioni rigorose, rivelando come la visione della Lubich offra un fondamento teologico per il dialogo interreligioso autentico. Lo studio conclude che mentre i due o tre della Lubich possono includere persone di varie fedi ed età, il requisito essenziale rimane costante: l'amore reciproco caratterizzato dal totale sacrificio di sé. Questa interpretazione fornisce un percorso per sperimentare la presenza divina condivisa che non dipende dall'identità religiosa formale ma dalla qualità trasformativa delle relazioni umane.

📝 Cite as

Morovic, J., Morovic, P., Who are Chiara Lubich's 'two or three'?, Pupilla (2025), https://pupilla.org/preprints/2025-chiaras-two-or-three/